chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

lunedì 19 novembre 2007

QUESTE OSCENE AUTOPSIE SBANDIERATE


Ammettiamo pure che il diritto dovere di cronaca sia indiscutibile.
Ammettiamo anche che il diritto all'informazione sia blindato.
Ammettiamo altresì che la verità vada detta sempre.
Aggiungiamo che rifiutiamo l'ipocrisia edulcorata.
Agguantiamo il fatto e svisceriamolo pure.

Ma io credo che ci sia un limite.

L'autopsia di Meredith è una pratica indispensabile, dovuta e rigorosa.
La raccolta dei reperti, delle prove, dei frammenti, delle impronte, dei fili, dei peli, delle lievi tracce di qualunque materiale organico è un atto necessario e scientifico che nessuno si sogna di contestare.

Ma il resoconto giornalisticodelle, mi si scusi, tracce rilevate sulla carta igienica usata da un eventuale stupratore, la raccolta di frammenti e liquidi e dna sui tamponi e i prelievi effettuati su una salma già violata e straziata, ma che, un attimo prima era pure una bella, fiorente, giovane, vitale e (forse anche, come tutti i ragazzi) imprudente creatura del nostro tempo, ebbene questo ed altro mi sembra troppo.
Mi sembra morboso, violento, osceno.
Mi sembra imbecille volgarità

Si trovi, per una volta, e al più presto chi ha ucciso.
E magari si eviti che qualche collegio avvocatizio difensivo da tribunale-caimano riesca a farlo o farla discolpare.
Ma smettiamola di uccidere le vittime.


Mariaserena