chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

lunedì 2 aprile 2012

Cellulari e scuola: come ti suggerisco alle verifiche

Una delle più grandi consolazioni della vita è l’amicizia, scriveva il Manzoni.
Una delle più grandi consolazioni dell’alunno è il suggerimento, diremmo noi.
Quale suggerimento? 
L’imbeccata nell'interrogazione, il foglietto che arriva nella merenda, l’artistica movenza mimica, le risposte pre-annotate e scritte sui margini della lavagna, sul banco, sul vetro della finestra, sul muro,  sul polso o sul palmo della mano?
Macchè! Roba superata, obsoleta: nell’era della telefonia mobile qualsiasi suggerimento arriva di solito dall’etere.
Gli studenti preferirebbero piuttosto venire a scuola senza scarpe che senza il cellulare, e non certo per la tranquillità di mamma e papà.
Con il telefonino fanno fronte a  qualsiasi compito in classe o alle verifiche di ogni tipo; la manualità raggiunta nell’uso del mezzo è impressionante e per di più la loro vista nonché tutte le facoltà percettive in genere risultano inversamente proporzionali alle nostre, come anche la loro spregiudicatezza e la faccia tosta.
Avevo creduto che la ricerca del modello più innovativo e di conseguenza più miniaturizzato fosse frutto della vanità; viceversa è frutto della fruibilità strategica. Un  cellulare deve poter essere dissimulato adeguatamente. I principianti lo tengono nell’astuccio, quelli un po’ più navigati tra le pagine, o dentro il cappellino adagiato con nonchalance sul banco. Ma l’ultima tendenza è di riuscire a celarlo dentro il palmo della mano buttandoci l’occhio al momento opportuno. Non soltanto durante gli scritti, ma anche nelle prove orali, mediante un’opportuna tattica dilatoria tra il ricevimento della domanda e la formulazione della risposta si possono riuscire ad ottenere gli sms determinanti o risolutivi .
Che fare? Solo cercare di stabilire solidi rapporti di reciproca correttezza: infatti non si può impedire al segugio di seguire la lepre né alla lepre di nascondersi e fuggire; ma l’insegnante non è un segugio né un un cacciatore. No? Anche perché nel confronto coi nostri alunni digitali si finirebbe per perdere la partita ... di caccia.