chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

sabato 14 novembre 2020

Contro la #scuola_migliore in classifica

 

Vita di scuola

Non mi ricordo nemmeno quando sia iniziato questo ritorno all'oscurantismo pedagogico. Mi pare da Moratti. Certo Gelmini ci mise sopra una quota allucinante di genuina ignoranza.

Penso proprio che il ritorno all'oscurantismo sia iniziato da quando si è cominciato a diffondere un virus (usiamolo questo termine) : quello del persuadere perfino gli insegnanti che la scuola dovesse esaltare il cosiddetto merito e nel contempo, ma forse proprio per questo, essere diretta come un'azienda. E via coi ds.
Peccato che una Azienda lavori e generi prodotti, di solito conformati a un modello, mentre la Scuola deve lavorare in funzione sociale e di crescita di esseri umani.
Naturalmente so bene che questa definizione è imperfetta.
La scuola è relazione, la scuola è dialogo.
Se non ascolti non insegni.
Se non ascolti non impari.
La stupida e classista direttiva di valutare secondo metodi oggettivi genera risultati non solo scadenti, ma addirittura nocivi.
Gli allievi, di qualunque età, non sono prodotti da sfornare conformati a modelli (come carburatori, abiti, profumi, pagnotte, uova o navi mercantili).
Gli allievi sono persone, sembra banale?
Ma se non si vuole morire di inutile noia reciproca è necessario vivere la scuola nella convinzione che ognuno insegna/impara non in modo oggettivo (che poi non significa proprio niente!) ma in modo diverso. Fratelli diversi.
Solo che questo ragionamento cozza contro la prassi, contro il conformismo, contro il classismo.
E soprattutto contro la meritocrazia.
E siccome questo modello sociale, contro cui non smetterò fino all'ultimo respiro di resistere, chiede non vivacità e pensiero, ma invece conformismo, passività, abitudine e quiete sonnolenta della ragione, allora questo modello sostanzialmente classista e antidemocratico trasforma i cervelli pensanti in tubi digerenti e consumatori.
Chi consuma si annoia.
Chi costruisce si diverte. Dunque vietato costruire!
Il divertimento, infatti, non lo possiamo decidere noi.
Dovremmo tutti odiare la scuola che vince classifiche (ma a quale prezzo?) e viene valutata (ma come poi?) e classificata come la "migliore".

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