chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

mercoledì 14 maggio 2008

le TRAPPOLE MEDIATICHE non aiutano DENISE PIPITONE E LA SUA MAMMA

Le trappole mediatiche : ovvero i rancori, gli inganni e i sentimenti che aumentano l’ascolto, ma non aiutano le vittime.
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A margine di quanto accaduto a “Chi l’ha visto” il 12 maggio dobbiamo riflettere: quanto vediamo in tv porta a deduzioni sconcertanti.
Dei fatti ho già riferito ieri, 13 maggio, nel post “In difesa dei bambini”. Non riapro la questione della modalità e della sostanza comunicativa tenute dal presidente dell’Opera Nomadi Massimo Converso nei confronti di Piera Maggio, mamma di Denise Pipitone.
Sposto invece l’attenzione sulla sostanza della trasmissione televisiva e, segnatamente sul ruolo della giornalista-conduttrice Federica Sciarelli.
Ricostruisco schematicamente:
Si parla del tentato rapimento, a Napoli, di una neonata da parte di una rom. In studio c’è Massimo Converso, Presidente dell’Opera Nomadi, e in collegamento video c’è Piera Marzi mamma di Denise Pipitone accompagnata dal suo legale.
Converso è coerente con il suo ruolo e difende i rom dall’accusa di essere responsabile di rapimenti di bambini.
Sciarelli invita al confronto con Piera Maggi che da quattro anni cerca la piccola Denise di cui si hanno tracce (possibili, ma non certe) in un video girato a Milano da una guardia giurata, che ha filmato una donna rom intenta all’accattonaggio con una bambina (o bambino?) somigliante a Denise.
Piera Maggi non accusa di rapimento nessuno, ma rivolge un appello a Converso: “Perché i rom non hanno mai risposto alle nostre richieste di collaborazione nella ricerca di Denise?”
Converso risponde che è inutile, che quei rom forse non erano rom, che comunque i rom non rapiscono.
Piera replica accoratamente facendo presente quello che, in sostanza, il video mostra.
Sciarelli aggiunge :”Anche se sapessero o avessero notizie se Piera Maggi continua ad usare questo tono non si farebbero vivi per paura” (?)
Converso minaccia Piera e il suo legale di querela dicendo che si considera ingiustamente accusato di omertà.
Piera Maggi, con il suo avvocato, spiega la sua posizione: “La bimba del video potrebbe essere Denise, perché non aiutarla a verificare?”
Sciarelli chiude l’argomento.
A questo punto è necessario chiedersi alcune cose.
La prima: L’argomento e la ragion d’essere della trasmissione “chi l’ha visto” è la ricerca di persone scomparse; perché, dunque, invitare Massimo Converso se si dà per certo che i nomadi non hanno relazioni con i rapimenti e le sparizioni di bambini?

La seconda: Sciarelli ha affermato che il tono della mamma di Denise e del suo avvocato potrebbe scoraggiare eventuali testimoni. Crede dunque nella probabilità che i testimoni ci siano? Allora perché non ha rivolto lei stessa un appello in quella direzione?

La terza: Se invece ha ragione Converso e non c'è attinenza tra l’appello della mamma di Denise e il fatto di Napoli (e potrebbe essere così) allora perché Sciarelli ha convocato in trasmissione Piera Maggi e l’ha invitata al confronto con Converso?

La mia tesi è, per chiarezza e a scanso di equivoci, che è ingiusto accusare un intero popolo di rapimenti senza prove, ma che sono proprio questi, e anche peggiori, gli effetti che si ottengono se si accostano incongruamente fatti e persone, come ha fatto la giornalista-presentatrice tv Federica Sciarelli.
La Sciarelli invece di svolgere un servizio pubblico e fare chiarezza, ha mescolato dolore e delitti con assoluta disinvoltura. Ha esposto la sofferenza di Piera Maggi alle minacce di una immeritata querela.
E’ proprio in questo modo che si crea il polverone mediatico in cui tutto è relativizzato, in cui si confondono le idee, si suscitano rancori e si offre in pasto al pubblico, che sgranocchia pop-corn ed emozioni, patatine e lacrime umane con la stessa avidità, anche l’angoscia e i sentimenti di una mamma colpita nel più crudele dei modi.Un giusto prezzo per aumentare gli ascolti?

S O S ALLARME PER I BAMBINI: difendiamoli sempre!




Il tentato rapimendo di una neonata a Napoli riaccende il caso della scomparsa di DENISE PIPITONE




A quanto pare siamo un popolo di mitomani suggestionabili, e di questa sindrome sono vittime soprattutto le mamme di bambini rapiti, o di cui si è tentato il rapimento. Non ci sono parole per commentare le affermazioni espresse ieri sera, a Chi l'ha visto, dal presidente dell’opera Nomadi, Massimo Converso, che ha sostenuto questa tesi incredibile. Dunque a Napoli c’è un covo di odio razziale e non è vero che una rom abbia tentato di rapire una neonata, ma un gruppo di belve scatenate ha tentato il linciaggio di un’innocente. Dunque i rom non delinquono, ma si trincerano dietro una presunzione di innocenza. La rom in questione, che era già nota alla polizia, già arrestata e fuggita dalla comunità a cui era stata affidata, per furto, il 26 aprile, è stata ora condotta al Centro di prima accoglienza di Poggioreale, e il suo fermo è stato oggi confermato. Forse la polizia scambia lucciole per lanterne? E quale interesse avrebbe una mamma a simulare un rapimento?
Ma tutto questo non è importante per l’Opera Nomadi, che vive di finanziamenti statali, ed è mantenuta con le tasse del popolo italiano.
Ma il momento più assurdo della serata è stato l’attacco dello stesso Converso contro la mamma di Denise Pipitone, che insisteva a chiedere la collaborazione dei rom per rompere il muro di silenzio sulla scomparsa della sua bambina. Nessuno dei presenti, nemmeno l’algida Federica Sciarelli, ha avuto un moto di solidarietà nei confronti di Piera Maggio, la mamma di Denise(clicca qui il sito : www.cerchiamodenise.it/) Si è badato solo a mantenere una sorta di equidistanza, un’inopportuna e inutile par condicio.
Chi ha seguito la trasmissione non ha potuto non chiedersi: perché? Se è vero che i rom non rapiscono i bambini allora perché vengono sorpresi con neonati e bambini, non loro, in braccio mentre li strappano dal seggiolone, dalla carrozzina, dalle loro case? E se è vero che i rom non possono fare nulla per ritrovare Denise perché negare l’evidenza, e cioè che una creatura molto simile a Denise è stata filmata (e da una guardia giurata insospettita) in compagnia di rom? Se è vero che non sono implicati e se non possono nulla è forse un buon motivo per negare attenzione e solidarietà a una mamma che cerca sua figlia? L’Opera nomadi si rende responsabile di un atteggiamento di indifferenza. Almeno questo sarà ammesso.
In realtà noi non siamo un popolo di mitomani e di mamme suggestionabili.
Siamo persone che vogliono e devono costruire intorno ai bambini una barriera di legalità, di leggi, di protezione.
I bambini sono una priorità su tutto, anche, piaccia o non piaccia, sui rom e i loro protettori d’ufficio i quali dovrebbero, semmai, denunciare i casi sotto gli occhi di tutti: bambini mendicanti, bambini sfruttati ai semafori, bambini cui si insegna a rubare (o sono massacrati di botte).
E’ quasi una bambina anche la giovane rumena quindicenne stuprata e selvaggiamente picchiata, proprio oggi, da sette suoi connazionali che l’avviavano alla prostituzione.
Quindici anni: tempo di scuola e di risate per lei.
Sei mesi: tempo di latte e di ninne-nanne d’amore per la piccolina di Napoli.
QUATTRO ANNI di dolore per la scomparsa di DENISE.
Per ora non c’è altro da dire.

PROTEGGIAMO I BAMBINI



Proteggiamo i bambini

Un articolo di Maria Serena Peterlin
per Edunet BLOG
Una lettera scarlatta virtuale. Un marchio infamante colpisca chiunque insidia l’infanzia
L’avvincente romanzo di Nathaniel Hawthorne, poi tradotto in un film di discreto successo, è una denuncia dell’intolleranza, poiché la “A” scarlatta marchiava l’adultera e, se a volte poteva diventava una tragica infamia, rappresentava sempre una punizione disumana (l’adulterio, reato demodé, si risolve altrimenti).
Però, a volte e per reazione indignata, viene il desiderio di immaginare un modo di rendere immediatamente riconoscibili gli individui che si macchiano di infamie e reati violenti quali la pedofilia, l’abuso, il rapimento contro i bambini o addirittura i neonati.
Il fatto più recente accaduto a Napoli ieri sera. Ed è proprio uno di quelli che suscita orrore e sdegno .
La cronaca, e non la nostra ancestrale paura di ciò che perseguita da sempre l’immaginazione di genitori e di famiglie, registra un fatto realmente accaduto a Napoli, Via Principe di Napoli, a Ponticelli. Una rom si è introdotta in un appartamento e ha rapito una neonata dal suo seggiolone. Fortunatamente la mamma è riuscita a raggiungerla in tempo ed ha ripreso la sua bambina.
Sono fatti che non possiamo accettare, sono evidenze che smentiscono la politica, buonistica, della giustizia all’insegna del “cittadini arrangiatevi”. Sia detto chiaramente:non possiamo e non intediamo CHIEDERE di marchiare, con una lettera scarlatta la fronte di pedofili, rapitori, violentatori di bambini. Però è necessario creare intorno al nostri bambini una barriera protettiva che scoraggi al massimo l’intenzione criminosa. Se accade che anche i famiglia ci siano abusi si intervenga, perché è possibile farlo.
Ma non possiamo accettare che si continui a generalizzare e a calunniare le famiglie per proteggere i veri delinquenti. Facciamo presto.

giovedì 1 maggio 2008

I MAGGIO - FESTA DEL LAVORO

I MAGGIO 2008 : TUTTI IN PIAZZA -
MA IL PROBLEMA DEL LAVORO NON E' AL 1° POSTO

Ci sono tanti modi per avvilire una festa importante come quella del I Maggio.
E uno è certamente quella del concerto sulla Piazza S. Giovanni a Roma.
Il cosiddetto concertone.
Niente contro la musica.
E’ che, temo, non mancheranno neanche questa volta i predicatori dilettanti, i cantanti profetici, i presentatori affabulanti, i vip finto-straccione che spanderanno parole finto-democratiche e poi se ne torneranno al loro solito lusso da sfigati di successo (pippa tu che pippo anch’io).
Per tutto il tempo qualche presentatore tv di cui non voglio nemmeno sapere il nome strillerà, urlerà andrà in euforia assegnando a piene mani complimenti e esclamazioni sperticati del genere: “Grande”, “Eccezionale!”, “Straordinaria emozione” e, peggio di tutti, “Da brivido lungo la schiena”. (anche perché dove altro dovrebbero correre i brividi? Sui denti? Sul polpaccio? Sul capello artificiale, sul seno al silicone o sullo zigomo rifatto?)
Insomma il I Maggio è una festa troppo importante e che dovrebbe rivendicare e ricordare il lavoro e il lavoratore per essere trasformata nell’ennesimo evento taroccato per tale.
Invece San Giovanni sarà nuovamente devastata da schifezze e rifiuti, da fumo e pasticche, da tanta pessima musica e da altrettanta stupidità.
Non consola pensare che anche questa passerà.
Perché non passerà senza far danno e senza dare, ai giovani, il cattivo esempio di avvizzite rockstar che si vestono da pischelli, da opinioniste e opinionisti repellenti e da comici di risulta (giuro non so chi ci va, ma tanto non cambia) in cerca di visibilità.
Speriamo che questa presunta festa decada presto.
Sarebbe assai meglio che i sindacati smettessero di fare giochi di ruolo virtuale e tornassero sui temi vitali per i lavoratori veri e si mettessero, anche loro, a faticare.
Senza pop star, senza sponsor, senza ammiccamenti, senza poltrone di potere. Solo in difesa dei del lavoro che sia restituito alla sua dignità, al suo valore intrinseco per la costruzione del futuro della nostra società e delle nostre famiglie.
Per ricominciare a chiamare lavoro solo quello che davvero merita questo nome.
Evviva il I Maggio del Lavoro. "POSSIBILMENTE CON UN FIORE..." (B.C.)