chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

mercoledì 5 aprile 2023

Dibattiti politici in tv - LA GRANDE FARSA

 Passerelle. Sceneggiate. Spettacolo. Recite con soggetto.

Infatti sono animati da personaggi che recitano, quindi rappresentano una pseudo realtà: scene, atti unici, dialoghi, cori o monologhi ma tutti esclusivamente diretti, orchestrati, organizzati con tanto di copione e ruoli.

Ho smesso di pensare che propongano idee, opinioni, riflessioni.
I protagonisti sono simili, in peggio, alle maschere della Commedia dell'Arte che, almeno, improvvisavano, pur rimanendo nel ruolo del personaggio. In peggio perché più brutti e perché non rischiano i fischi ma stanno a contratto.
Potremmo almeno noi smettere di considerarli con serietà ed attenzione.
Ma penso che ci riusciremo in pochi perché anche il telespettatore è ormai personaggio che recita e, purtroppo, non riesce a smettere.
Il telespettatore infatti è membro che fa parte della rappresentazione e ne è attore passivo.
Il telespettatore, fateci caso, si convince di essere intelligentemente critico perché invece di guardare un film o uno spettacolo leggero o serio qualsiasi (documentari, musica, Barnaby et similia) vede Gruber, Floris, Berlinguer, Fazio, Vespa (!) , Porro o Formigli e potremmo continuare elencandoli quasi tutti.
Invece no.
Non è intelligentemente critico è passivamente credulone, chiedo scusa, pesantemente dipendente. Ritiene in buona fede di stare facendo di tutto per informarsi, invece ne è formato e conformato.
I conduttori? Fanno solo il loro lavoro.

giovedì 16 marzo 2023

Compiti, perché no?

A scuola: Basta compiti? Compiti no? Compiti sì?

 A proposito di un post di Gianni Marconato su fB.
Se si obiettasse che gli alunni (di qualsiasi età) stanno già molte ore a scuola e che quindi una volta uscitine è giusto che siano liberi da compiti vorrei far notare che la fase di lavoro individuale potrebbe essere incoraggiata anche nell'ambiente scolastico. Questo non significa semplicemente intimare il "vietato copiare". Vorrei invece significasse che sarebbe necessario incoraggiare gli studenti, anche piccolini, a lavorare individualmente anche se per un tempo certamente più breve di quello dedicato ad altro lavoro o, per dir meglio, un altro compito da eseguire a scuola. 


Aggiungerei una ulteriore considerazione: oggi i ragazzi sembrano sempre meno interessati (o capaci?) di avere gusti, pensieri, tendenze personali. Oggi, anche per la potente influenza di tutti i media anche gli adulti veleggiano verso il pensiero unico, le comuni tendenze, gusti standardizzati e opinioni trainanti. Insomma si è tutti indotti verso la passiva accettazione e condivisione di un comune sentire che toglie tantissimo perfino alle qualità personali, a possibili sviluppi di pensieri originali.

Certo fare i compiti non risolve tutto questo.

Ma potrebbe essere un piccolo segnale. 

venerdì 27 gennaio 2023

Nel nome della memoria

 Chi, come me, ha avuto una famiglia (e già questa è un’eccezione) che ha trasmesso i valori, di cui tanto si parla e poco si pratica, il messaggio del tragico dolore per la vergogna dell’olocausto è stato una costante della vita e un messaggio costante nella memoria, nel suo nome.

Le ricorrenze sono fondamentali per trasmettere sempre quel messaggio e rinnovare quei valori.

La viva speranza è che non se ne faccia un ossessionante baraccone mediatico e politico che serva ad acchiappare consensi.

Se accadesse questo oltre a infangare un dolore che deve essere di tutti, e nostro il lutto, si ritornerebbe a dar spazio e voce a quelle infami logiche di propaganda, nonostante le eventuali buone intenzioni.
Infatti se tutto nacque da una disumana, corrotta e abietta ideologia fu proprio l’infame propaganda a rendere possibile che quel dolore, che poteva essere condannato e rifiutato da tutti, sia divenuto reale tortura, devastazione di vite e morte atroce di milioni di esseri umani scientificamente perpetrata.
Ed è proprio quando l’atrocità dei delitti può diventare, e senza scandalo, addirittura “legge” di uno stato che l’umanità cede, e lo ha fatto, lo scettro ai demoni più crudeli e sghignazzanti.

Mi verrebbe da dire il solito “giù le mani da…” ma sarebbe comunque un seme di moralismo supponente e negativo che si deve fuggire.