chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

martedì 15 novembre 2011

Il mio nuovo manifesto? Insegnare non è da tutti - di Mariaserena Peterlin

Rosso e Blu? non bastano
Insegnante, un difficile mestiere


No, non basta mettere pietre miliari sul nostro cammino, è necessario anche proseguire e cercare nuove strade. E per trovare una strada è necessario sapere dove voler andare e guardarsi intorno.
Dal mio osservatorio guardo, vedo, cerco di capire. E mi sono formata qualche opinione che sono pronta a discutere. Una di queste opinioni è che insegnare sia un difficile mestiere, e quindi un mestiere non da tutti.
Non è una cosa nuova? Non importa, io provo anche a dire perché.

1 commento:

Fermina Daza ha detto...

Sì, Mariaserena,insegnare è un mestiere difficile. Ed è difficile perché ti hanno insegnato a fare ma non a essere. Ed è proprio quando rifletti sull'essere che incominci a chiederti il senso di ciò che hai fatto e il senso di ciò che stai facendo. Anche io mi guardo intorno e vedo molte cose tutte uguali. Io non sono una che segue le mode e parecchi modelli che vedo ora in giro li ho indossati moltissimi anni fa. Certo, potrei incominciare a vivere di rendita e tutto sarebbe più semplice, potrei aprire la cassaforte e cominciare a spendere le competenze che ho accumulato. Ma questo non mi consentirebbe di essere me stessa per davvero. Essere se stessi, come tu inviti a fare nel tuo splendido manifesto, è cosa sempre più difficile. E' sempre più difficile andare incontro all'altro o fare in modo che quell'altro venga da te. E' sempre più difficile non farsi assalire dalla stanchezza, sì, la stanchezza che ti prende quando ti accorgi che stai tentando di svuotare il mare con un cucchiaino. La verità è che si corre il rischio di perdere di vista il vero senso delle cose e di dare un calcio a tutto. Poi rifletti con calma e ti accorgi che il vero senso non lo hai mai perso di vista e che hai solo bisogno di un nuovo motore per andare da un corridoio all'altro. Quello che mi rattrista è la sensazione di impotenza che si prova dinanzi a situazioni senza via d'uscita. Mi riferisco al disagio sempre più diffuso dei ragazzi e ai genitori sempre più fragili. Sì, certo, la scuola può fare molto in questo senso ma il tutto è legato a quanto ci credi e a quanto hai deciso di investire. Io sto investendo in questo e per farlo ho bisogno di essere sempre più "insegnante competente". E' faticoso, certo, ma i rapporti umani li puoi creare o ricucire solo se ti metti in gioco davvero. Altrimenti è meglio chiudere le scuole.
Grazie, Mariaserena.