Che i messaggi mediatici siano probabilmente negativi, se non nocivi, non me lo sto inventando io.
La sconcertante abbondanza di melassa mediatica sull’imminente Royal Wedding (Matrimonio Reale del Principe William e Catherine Middleton) è un esempio che potrebbe valere per tutti.
Tuttavia anche se ci spostiamo nell’ambito dei programmi per ragazzi o, peggio, delle fiction, degli eventi sportivi, delle news o della stessa pubblicità cosa ci rimane di credibile e di condivisibile per non dire di istruttivo o educativo?
Il fatto è che se chi ha il potere di scegliere i palinsesti, ed il loro contenuto, ritiene che il pubblico si appassioni a quello che ci ammannisce un motivo ci sarà.
E il motivo principale è, amara verità, che siamo in troppo pochi a spegnere o a usare diversamente il televisore.
Intendiamoci: osservare è corretto e a volte necessario.
Sopportare, eventualmente, con leggerezza il royal wedding e sghignazzare sull’evento può essere oggetto d’intrattenimento.
Ma digerire tutto passivamente e fare zapping anestetico, ossia subendo e senza esercitare l’intelletto, tra bombe e non bombe (e mi riferisco a una canzone di Antonello Venditti ovviamente) mi sembra eccessivo.
E comunque, forse, non basta a fare o a dimostrare di essere teste pensanti, né a formulare utili ipotesi di futuro.
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