chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

venerdì 22 giugno 2012

MERITOCRAZIA, POTERE E IPOCRISIA


"la profonda ipocrisia di tanti argomenti meritocratici mi fa soffrire troppo" 

ad rivum eundem lups et agnus venerant siti compulsi
Non inibiamo la sete di sapere, innata in tutti

La condivido interamente. 

Parliamo di meritocrazia. Se ne parla molto nel mondo della scuola in generale. E non sempre si tien conto nemmeno dei vari e diversi livelli dell’istruzione. Purtroppo spesso anche le famiglie sposano l’idea: un figlio campione, meritevole, bravissimo anzi eccellente. Lo vogliono così. Perché?

E' come se, da insegnanti, ci si fosse messi a giocare al piccolo Machiavelli della didattica
E non si ragiona partendo dai nostri ragazzi e dai loro bisogni, ma da quello che il comune percepire pilotato ci porta a considerare come buon risultato, o, peggio il successo.

E come si misura il successo? In base all'adattamento al conformismo, al politicamente corretto, all'equidistanza, all'appartenenza, alla cordata giusta e a tante altre ipocrisie che condizionano anche chi, essendo docente, se ne dovrebbe vaccinare da piccino.
Il merito della discussione che Gianni ha suscitato è, a mio avviso, paragonabile a quello che Foscolo attribuisce al Machiavelli (GM, non t'allargare troppo, è solo un esempio che funziona! :)) ; ho detto tante volte, e sono di parte ma non mi interessano gli apprezzamenti negativo o positivi, che si impara più dai grandi scrittori e poeti che non da solenni pedagoghi (tanto meno da solenni predicatori)
Foscolo disse che Machiavelli 
"temprando lo scettro a’ regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;"

Meditate gente, meditate. La Meritocrazia è potere. E questa discussione, con tutte le sue pieghe, arricciature e scollature, dimostra come quando si parla di potere se ne svela il meccanismo. Come?
A) chi è favorevole alla meritocrazia si affanna a trovarne i pregi (ma alla prova dei fatti ne emergono i  lati asociali, competitivi, escludenti)
B) chi ne è contrario gioca sulle differenze tra una meritocrazia buona e una cattiva... ma per farlo dovrebbe ripartire dalle fondamenta dei principi dell'educazione e i suoi scopi
C) chi entra nel merito fa esempi: e allora andiamo a vedere cosa ha prodotto questa vincente meritocrazia, come è stata attuata, chi ha incluso e chi ha escluso, chi ha davvero educato e chi si è perso
D) chi ha a cuore l'educazione si chiede: quanto devo condividere del sistema a cui mi sono affidato? O meglio: sono entrato in un sistema statale, sono parte di uno stato, il patto economico che ho fatto con lo stato mi chiede prestazioni in cambio di stipendio, la stessa cosa mi chiedono gli altri concittadini dello stesso stato-sistema. Ho bisogno di questo stipendio. I genitori mi affidano i figli perchè io sono funzionario di questo stato.... e allora che faccio? Sputo tre volte nel piatto e poi ci mangio o lavo il piatto e ci metto qualcosa di digeribile per me e i miei ragazzi?
Ma sposare la causa meritocratica, perdonatemi la metafora noir, insanguina le nostre menti. E anche  io non posso che provare irritazione per il potere che logora chi lo serve, ma non chi lo cavalca.
A cuore aperto vi saluto

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