"la profonda
ipocrisia di tanti argomenti meritocratici mi fa soffrire troppo"
ad rivum eundem lups et agnus venerant siti compulsi Non inibiamo la sete di sapere, innata in tutti |
Leggo questa frase (di Andreas Formiconi) nel forum
lanciato da Gianni Marconato nel network La Scuola Che Funziona.
La condivido interamente.
Parliamo di meritocrazia. Se ne parla molto nel mondo della scuola in generale.
E non sempre si tien conto nemmeno dei vari e diversi livelli dell’istruzione.
Purtroppo spesso anche le famiglie sposano l’idea: un figlio campione,
meritevole, bravissimo anzi eccellente. Lo vogliono così. Perché?
E' come se, da insegnanti, ci
si fosse messi a giocare al piccolo Machiavelli della didattica
E non si ragiona partendo dai nostri ragazzi e dai loro bisogni, ma
da quello che il comune percepire pilotato ci porta a considerare come buon
risultato, o, peggio il successo.
E come si misura il successo? In base all'adattamento al conformismo, al politicamente corretto, all'equidistanza, all'appartenenza, alla cordata giusta e a tante altre ipocrisie che condizionano anche chi, essendo docente, se ne dovrebbe vaccinare da piccino.
Il merito della discussione che
Gianni ha suscitato è, a mio avviso, paragonabile a quello che Foscolo
attribuisce al Machiavelli (GM, non t'allargare troppo, è solo un esempio
che funziona! :)) ; ho detto tante volte, e sono di parte ma non mi
interessano gli apprezzamenti negativo o positivi, che si impara più dai grandi
scrittori e poeti che non da solenni pedagoghi (tanto meno da solenni
predicatori)
Foscolo disse che
Machiavelli
"temprando lo
scettro a’ regnatori
gli allòr ne
sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime
grondi e di che sangue;"
Meditate gente, meditate. La Meritocrazia è potere. E questa discussione, con tutte le sue pieghe, arricciature e scollature, dimostra come quando si parla di potere se ne svela il meccanismo. Come?
A) chi è favorevole alla
meritocrazia si affanna a trovarne i pregi (ma alla prova dei fatti ne emergono
i lati asociali, competitivi, escludenti)
B) chi ne è contrario gioca
sulle differenze tra una meritocrazia buona e una cattiva... ma per farlo
dovrebbe ripartire dalle fondamenta dei principi dell'educazione e i suoi scopi
C) chi entra nel merito fa
esempi: e allora andiamo a vedere cosa ha prodotto questa vincente
meritocrazia, come è stata attuata, chi ha incluso e chi ha escluso, chi ha
davvero educato e chi si è perso
D) chi ha a cuore l'educazione
si chiede: quanto devo condividere del sistema a cui mi sono
affidato? O meglio: sono entrato in un sistema statale, sono parte di uno
stato, il patto economico che ho fatto con lo stato mi chiede prestazioni in
cambio di stipendio, la stessa cosa mi chiedono gli altri concittadini dello
stesso stato-sistema. Ho bisogno di questo stipendio. I genitori mi affidano i
figli perchè io sono funzionario di questo stato.... e allora che faccio? Sputo
tre volte nel piatto e poi ci mangio o lavo il piatto e ci metto qualcosa di
digeribile per me e i miei ragazzi?
Ma sposare la causa
meritocratica, perdonatemi la metafora noir, insanguina le nostre menti. E
anche io non posso che provare irritazione per il potere che logora chi
lo serve, ma non chi lo cavalca.
A cuore aperto vi saluto
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