Con l’enfatizzazione della meritocrazia, imposta da Profumo, la
scuola è di fronte a qualcosa di più di una sfida, è di fronte al confronto con
vincoli imposti e che incidono anche sui criteri di valutazione, ma soprattutto
determinano un mutamento radicale dei
suoi obbiettivi educativi.
Infatti sollecitando gli insegnanti ad adottare criteri
meritocratici si va a modificare le finalità stesse dell’educazione tra le
quali non vi è il misurare il merito ed attribuirgli un potere, ma lo stimolare
e far crescere quelle doti che, in un tempo successivo a quello scolastico,
possono costituire alcuni degli elementi che compongono il merito del singolo.
Le conseguenze ricadono anche sul profilo professionale
dell’insegnante che, a questo punto, dovrebbe riappropriarsi, discutere e
riaffermare la propria specificità diversa, specie nella fascia scolastica
0-18, dalle logiche delle strutture produttive del mondo del lavoro.
Dunque "M" come meritocrazia?
Nessun commento:
Posta un commento