foto di Mariaserena |
Al futuro
L’anima si ripiega
e in silenzio si chiede
se, secca ogni parola,
non convenga il silenzio.
Replicare al banale
rintuzzare l’ottuso
rispondere al volgare ciarlare
oggi in uso ecco il dubbio:
conviene?
Oppure forse è meglio
che si scelga un silenzio
più burbero d’un tuono
che attenda a fulminare
più chiuso d’una vena
d’acqua profonda e tersa
che attenda di sgorgare?
Nel dubbio ascolta i suoni
l’anima dubitosa
di musica a cascate,
riscopre quei colori
stracci di fine estate.
Chi giudica e s’indigna
sceglie il rumore ed alza
una bandiera o insegna?
Ma cosa rappresenta
un grido o uno sbeffeggio
che impreca al male e peggio?
Chi tace e pensa al dopo
invia segnali chiari,
tracce segnate appena
su un’erba o su un’ondata
di mare in libecciata:
orme di una stagione
che fu la nostra estate
colorata di rosse
bandiere appassionate
dal lavoro e il pensiero
e non da un tanfo nero.
1 commento:
Le parole libertà futuro sono state, anche di recente, scippate al loro uso consueto e strumentalizzate. Riprendiamocele.
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