chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

mercoledì 27 febbraio 2008

Quei bambini in fondo ad un pozzo - Diritti negati all'infanzia

Poche righe per mantenere vivo il discorso sui bambini, sulla loro condizione, sui diritti negati all'infanzia.

Oggi i soliti programmi televisivi di svago opinionistico intrattenevano (non essendo ancora arrivata la fondamentale notizia dell’esclusione di nota cantante dall’imprescindibile San Remo baudiano) gli spettatori sul ritrovamento dei corpi di Fratellini Pappalardi.
Criminologhi e giornalisti (compreso Luca Giurato...), giuristi allo sbaraglio e pie donne di buone maniere si contrapponevano: il padre è colpevole e innocente? Eh si, Eh già, Eh no...
Le notizie recenti riferiscono che il genitore Pappalardi, alla notizia, abbia detto: “Se c’è un Dio scopriranno la verità! Ora è chiaro che sono innocente!”
Che Dio lo perdoni. Non solo per il bestemmione che gli è sfuggito, ma soprattutto perché i bambini erano a lui affidati e a lui si deve comunque chieder conto del perchè non li ha protetti, custoditi e curati abbastanza da prevenirne la morte. Perchè i bambini non si possono perdere di vista, non si minacciano, non si lasciano abbandonati.
Ma questa pur minima consuetudine di un affetto paterno non è stata concessa a Francesco e Salvatore.
Questo è lo scandalo odioso di cui nemmeno si parla.
Questo dimostra che i diritti fondamentali dei bambini sono in attesa di qualcuno che si occupi di farli rispettare ed attuare: perché la nostra tetra e sterile società è così indaffarata da aver ben altri pensieri.

Francesco e Salvatore Pappalardi di 13 e 11 anni sono stati ritrovati.
Morti e innocenti.
In fondo a un pozzo forse di fame, di freddo, di ferite.
Forse sono morti laggiù dopo 24 o 48 ore di agonia.
Forse invece gettati lì dopo la morte.
Disgrazia o omicidio non sono comunque senza colpevoli.

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