Noi insegnanti (anche se ora io sono a riposo lo
sono comunque) abbiamo sempre ricevuto stipendi modesti quando non miseri;
spesso tuttavia avevamo e sapevamo esprimere una dignità che potremmo definire
inversamente proporzionale al reddito.
Nell’ultimo trentennio, invece, la scuola e
l’università sono invece sempre caduti più in basso, tanto che comincio a
pensare che ci sia stato un disegno preordinato, realizzato e voluto ad arte.
Non a caso la decadenza, innegabile, della scuola
inizia proprio insieme alla scuola media obbligatoria; pare quasi che si sia
pensato: “tutti studieranno? Pericolo! Allora facciamo in modo che imparino
poco e male” .
Il reclutamento dei docenti è stato quello che
vediamo nei fatti che ha prodotto e, come esattamente sostiene Anna
Lombroso, nel suo articolo dove commenta egregiamente il ritorno di Penati
al lavoro di docente, l’insegnamento è diventato occupare “un posto dove si va
in mancanza di meglio, dove non si guarda troppo per il sottile”.
E’ purtroppo vero. Ho visto decadere via via la
scuola e insieme ho visto ottimi insegnanti sopravvissuti e sempre più
emarginati dalla corrente paludosa che tutto vorrebbe appiattire a sé.
La scelta di Penati è dunque l’ennesima riprova.
Ci mancano solo, ormai, Fiorito dirigente scolastico
e Polverini all’Istruzione. Ma sarà solo una brutta conferma.
2 commenti:
Quoto. Anche l'articolo a firma di Anna Lombroso è degno di nota. Noi insegnanti appassionati operiamo in condizioni avvilenti.
Proprio così, Lucia, ed è una situazione che ci piacerebbe riscattare
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