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... ed anche a proposito di
Un’idea per la scuola – Agenda Digitale Italiana
Se consideriamo la scuola come una istituzione, un servizio, una società dove si stabiliscono relazioni sociali e si acquisiscono strumenti per apprendere e per fare esperienza (e potremmo aggiungere altro) dobbiamo anche ammettere anche che la scuola esiste in ragione del lavoro degli insegnanti e della partecipazione di studenti di ogni età.
Propongo un paradosso: teoricamente
potremmo spogliare la scuola di tutto, e immaginare di far lezione sotto a un
albero, senza libri né altro, seduti nel cortile della scuola (io l’ho fatto
una volta, è bellissimo), ma se c’è un docente ed un gruppo di discenti allora possiamo
dire che c’è già scuola.
Che senso ha questo paradosso?
Per me è semplice: i discenti (in base ai loro bisogni) e i docenti (in base a
quel che discende dal loro sapere e dalle loro pratiche sperimentate) devono
essere ascoltati, loro sanno qual è il bene della scuola che è la loro vita.
E dal bene della scuola
discende quello di molta parte di futuro.
Se i discenti e i docenti non
possono, o non volessero esprimersi, allora ogni intervento del super-esperto-politico
o tecnico sarà inutile e dannoso: loro riproporranno sol vecchie o vane
categorie.
Abbiamo tuttavia un evidente problema.
Mentre se chiedessimo ai nostri
ragazzi “come vorreste la vostra scuola” raccoglieremmo risposte di tutti i
tipi (dalle provocazioni a quelle troppo seriose, ma anche di quelle buone) se
lo chiedessimo ai docenti cosa ci risponderebbero?
Posso buttare là una risposta
per gettare un sasso nel nostro amato stagno?
Risponderebbero: “Oggi come
oggi è inutile qualsiasi proposta: con questi ragazzi e genitori cosa pretendi
di fare? Con questa gente al governo (vale sempre) a che servirebbe perdere
tempo, con quei 4 soldi che ci danno?”
Sono acida? Magari. Spero di
essere smentita :
Una proposta che riguardi la scuola è
possibile; penso a una proposta su cui impegnarsi e a cui penso in risposta a
un post di Gianni Marconato che su fB che chiede : “Mariaserena ti immagini una proposta [per la scuola] solida, autorevole sul piano
tecnico, elaborata direttamente dagli insegnanti, senza mediazioni sindacali e
partitiche .... E' chiedere troppo? Nell'epoca della rete, dei social network,
si può fare? E' velleitarismo?”
E aggiungo: per farla io vedo
bene (lo so sono visionaria, ma la visione ci vuole) un grande forum nazionale/europeo
che raccolga anche le voci dei network e le organizzi per categorie di
problemi.
Se non si pensa in grande, se
non cerchiamo questa proposta, se non siamo in grado allora è giusto che ci
teniamo quello che abbiamo e si stia zitti.
Idee forti ce ne sono, girano
in rete; si tratta di organizzarle noi: basta deleghe!
La realtà non ci aiuta?
Aiutiamoci da soli.
2 commenti:
Maria Serena, io non sarei così pessimista. Non credo che TUTTI gli insegnanti darebbero la risposta che ipotizzi possano dare. Certo, la tua è una nobile provocazione ed è del tutto realistico pensare che parecchi la potrebbero dare, ma più di qualcuno le sue risposte le sta già dando. Iniziamo a lavorare con loro ed il gruppetti dei "rispondenti" si ingrosserà. Ne sono fiducioso. Tu continua, comunque, a mettere il dito nella piaga. Male non fa
Buona idea Gianni, cominciare col possibile, costruire da subito.
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