Elsa Fornero ha deciso di occuparsi di
giovani e scuola, e lo fa da par suo: sentenziando acidamente e senza porsi
alcun problema. Si accorge, ora che sta al governo, e dopo aver scalato tutto lo scalabile accademico e non, che è tempo di bacchettare i
giovani che
studiano troppo poco.
Ma va? Ma che
strano! Noi, insegnati distratti e sbadati, invece pensavamo di essere in un
paese non solo di di santi, di poeti, di eroi e di contribuenti corretti, di
politici onesti, di super manager francescani, ma anche di studenti tutti
capaci, encomiabili e meritevoli dediti allo studio e al sacrificio in vista di magnifiche sorti e progressive fortune.
Evidentemente le
nuove generazioni sono, a nostra insaputa, molto diverse e tali da meritare
l'etichetta di ignoranti.
Eppure ci era parso di averlo detto
tante volte che la scuola ha qualche affanno vecchio di decenni. Ma questo non ha impedito a
prof come Elsa Fornero et similia di veleggiare approdando (con tanto merito e
sudore!) sia alle cattedre accademiche sia ai seggioloni governativi di rosso damasco
rivestiti.
E allora come la
mettiamo?
Tutte le aureole a
loro e tutta la monnezza a noi, plebaglia e gente di scuola?
La verità è che i meccanismi con cui questi signori e
signore vanno in cattedra sono tali per cui è più facile parlare delle carenze
altrui. La scuola ha di certo svariati problemi, tra questi vi è certamente anche il
modesto livello di alcuni insegnanti e Dirigenti dovuto anche al fatto che
negli ultimi decenni il reclutamento dei docenti è stato condotto in modo
discutibile. Ma chi ha gestito il MIUR e i meccanismi di reclutamento?
E questo è solo uno dei dati. A questi vanno sommati altri fattori:
a) la mutata situazione giovanile, su cui si scrivono libri, ma
che rimane un esteso problema generazionale non risolto
b) i discutibili tentativi di successive riforme della scuola
abortiti, falliti, imposti senza risultati
c) la distanza sempre crescente tra la realtà giovanile e gli
adulti (buoni solo a sentenziare)
d) una ostinata politica di tagli, di accorpamento di classi, di
risparmio sull’aggiornamento del personale docente
e) i progetti senza né capo né coda, ma che hanno sottratto risorse
a progetti validi, insomma ci sono tanti elementi e non è semplice citarli
tutti.
Si aggiunga che anche un insegnante determinato a superare ogni
ostacolo e che profonde passione, competenza ed energie nel suo lavoro oggi si
trova di fronte a:
a) il violento furto di futuro fatto ai danni dei giovani
b) la mancanza di prospettive dopo il diploma
c) l'evidenza che il titolo di studio non conta di fatto nulla e
che per un compenso di 800 euro al mese precarissimo vale altrettanto una laurea specialistica come
la solita licenza media.
Di che parliamo? Di una ministra che blocca il traffico per acquistare le sue
calzature esclusive e inanella bracciali e collane insieme ad altrettante e più
castronerie?
Di una che si asciugava le lacrime con la seta e ora punta il dito
ingioiellato?
Di un’ex prima-della-classe che dice, disdice e si contraddice?
Ma ci faccia il piacere Elsa, e attenta alle paccate.
Non ci provochi Elsa, non le conviene proprio!
Ma già, a lei conviene sempre: vogliamo confrontare gli stipendi?
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