chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

lunedì 19 settembre 2011

NUMERI E PROSCIUTTI di Fermina Daza


Collegio dei docenti.
I numeri contano, non c’è che dire. Sprofondo nei miei pensieri.
Una classe è una classe, un collegio dei docenti è un collegio dei docenti. La scuola è fatta di numeri.
Sento di aver scoperto l’acqua calda. Riflessione inutile, mi dico. Inutile per la sua ovvietà. Ma la banalità della riflessione non cancella la riflessione stessa.
Sono i numeri a raccontare le storie… Essere i numeri uno, fare due chiacchere, fare un quarantotto…dare i numeri… Ma un collegio dei docenti è un collegio dei docenti.. È necessario prestare attenzione ai numeri… Ed ecco che ancora una volta mi trovo costretta a fare i conti… a partecipare alla resa dei conti…Una costrizione insopportabile per chi è affetto da discalculia. E io lo sono da tempo immemorabile.
Ritorno in me. Vorrei guadagnare velocemente l’uscita ma l’unica via d’uscita è ripiombare nella trance catalettica.
Un numero è un numero. La realtà stessa, o quello che ne resta, è un numero. Un 3 è un 3. Un 10 è un 10. Massimo risultato col minimo sforzo. Si procede per addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione. Le possibilità combinatorie del sistema decimale superano di gran lunga quelle del sistema alfabetico. E penso, giusto per farmi del male, anche al sistema binario…
I numeri raccontano le storie. Storia chiusa.
Sento però che qualcosa mi sfugge. Tento senza successo di acciuffare un’idea peregrina, poi, senza preavviso, ecco che l’epifania si palesa.
La scuola è fatta di numeri, io stessa sono un numero, il risultato di un’azione combinatoria. Elenco di alunni, elenco di docenti. Nessuna classe sfugge all’immatricolazione. Classe di alunni. Classe di docenti.
Ritorno faticosamente in me.
Distribuzione di incarichi. La solita questione di numeri, perché i conti in qualche modo devono pur tornare. Ogni cosa deve avere il suo posto, ogni posto deve avere la sua cosa. Proprio come in una classe.
Una sfilata di prosciutti con tanto di marchio numerato impresso a fuoco si para davanti ai miei occhi: un etto di questo, tre chili di quello… e che il peso sia giusto, mi raccomando! Ancora una volta loro, i maledetti numeri!
Una classe è un gruppo di pari. Anche il collegio dei docenti è un gruppo di pari. In classe i numeri contano. Anche nel collegio contano. Ma sono numeri diversi. E la bilancia è truccata. Questo è chiaro.



1 commento:

Serena Peterlin ha detto...

Un post che squarcia il velo del sussiego, dell'omologazione al consenso, del quieto vivere; perché quando il sale diventa scipito non serve, ma se è amaro non ci piace più!