chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

lunedì 6 giugno 2011

Giusto ribellarsi se la scuola non funziona - di Mariaserena e Fermina Daza

La scuola non dev'essere questo...
da Mariaserena :
Ci sono buoni motivi per dire che esiste una scuola che funziona. 
È tuttavia necessario anche riconoscere che non tutta la scuola funziona. Le lamentele esterne (di una parte dell’opinione pubblica) le conosciamo altrettanto bene delle difese, più o meno d’ufficio, interne (degli addetti ai lavori).
Quando l’anno scolastico va concludendosi e si arriva alla stretta finale allora i due fronti sono più agguerriti e ostili del solito.
Non intendo prender partito.
Vorrei, ancora una volta, sottolineare che la posta in gioco è talmente delicata e importante che l’irrigidirsi dei contendenti in posizioni avverse ed ostili ha lo stesso effetto di un duello in un museo di porcellane.
Parlo di museo perché l’attuale istituzione scolastica ormai è troppo spesso paragonabile a una fondazione museale dove si conserva il passato, si restaurano vecchi reperti (didattici) e si esibiscono documenti o testimonianze di virtù ottocentesche del tutto inattuali che, in apposite teche vetrate e custodite gelosamente, possono solo essere visionate dall’esterno.
Mentre il museo scuola esibisce le sue prassi gelosamente custodite la cosiddetta utenza scalpita oppure si adegua. Chi si adegua accetta ed è accettato e chi, invece, scalpita lo fa a suo rischio e pericolo.
Detto questo, e francamente non mi sento di continuare un discorso anche troppo noto, rimane almeno un evidente assurdità su cui la scuola, se vuole funzionare, deve necessariamente riflettere: la scuola non funziona se è solo una vetrina o una teca allarmata di docenti intoccabili. Unicuique suum? Verissimo: a ciascuno il suo (mestiere), ma si dà il caso che il mestiere di educatore non sia quello dell’artista; e per essere svolto utilmente ha bisogno di interrelazione.
Invece c’è una consistente parte di insegnanti e scuola che si ostina nella pratica dell’autoreferenzialità gemente o sentenziante a seconda dei casi e, nonostante le apparenze, sostanzialmente gelminesca: Questa è la scuola che non funziona, in cui i docenti si trovano bene “tra di loro”, non dialogano con i genitori, che non costruiscono un quotidiano dialogo coi ragazzi e soprattutto non si lasciano contaminare dalla realtà viva e dal suo risuonare.
Questa scuola che non funziona induce, infatti, a scrivere in bacheca su fB a ragazzi bravi, curiosi, intellettualmente vivi e intelligenti (che conosco personalmente come tali, ma di cui non metto il nome per ovvi motivi)

a me la scuola NON mancherà, neanche dopo 3 mesi di vacanze!!!!

e basta, E BASTA CON QUESTE INTERROGAZIONI A MANETTA!! LASCIATECI VIVERE, PORCA EVA!!! voglio andare al mare, non voglio stare chiusa in un aula a sciogliermi dal caldo come un ghiacciolo!!!

Non sono frasi scritte da somari per i quali si chiede se “ Per te è giusto bocciare chi va male a scuola?” (come recita un “divertente” test che gira in questi giorni su fb) ma sono frasi che ci dovrebbero instillare dei dubbi, e far chiedere invece se “E’ giusto continuare a mantenere una scuola che non funziona?” Io creso sia davvero urgente farsi venire il dubbio che se la scuola fa scappare i ragazzi bravi, curiosi, intellettualmente vivi e intelligenti, allora davvero è un museo da rifare da capo.
O da chiudere per ben più di tre mesi.


da Fermina Daza  
Oggi ho scritto così a due colleghi che sento vicini al mio pensiero:
SE CONTINUA COSI' FINIRA' CHE MI AMMALO DAVVERO....Come si fa, quando ci sono dei problemi, a chiamare in causa le famiglie? Certo, i genitori devono fare la loro parte ma quando, come nel caso di alunni non ammessi, i genitori sono inabili o inesistenti, quali risposte la scuola è in grado di dare? E' come se la scuola funzionasse a due marce: quella degli alunni capaci e seguiti e quella degli alunni che non hanno i genitori dietro le spalle. Beh, per questi ultimi la scuola è piena di bocciature taumaturgiche..... Mi è stato fatto l'esempio di ... e del suo miracoloso recupero. Bene, del suo recupero non si è fatta carico la scuola, ma il ragazzo stesso, che ha trovato autonomamente la sua collocazione anche grazie alla benevolenza di ... e di ... Ma la scuola, quella fatta di classi e di programmi, dove era quando ... ciondolava nei corridoi? A dare note e sospensioni...In certe occasioni la scuola appare in grado di rispondere solo a situazioni "standard" e la conseguenza è che se non sappiamo recuperare non sappiamo nemmeno attivare veri percorsi per l'eccellenza.
La bocciatura serve a dare ulteriori possibilità... e perché non ne sappiamo dare in tempo utile, a cominciare da me? Nessun individuo è incapace di fare e di imparare, l'uomo si è evoluto aanche grazie a queste due capacità innate. Le sappiamo davvero cercare le cose che gli alunni sanno o i ragazzi devono sapere quello che è nella nostra testa e nei programmi ministeriali o nelle prove invalsi? Io non ci sto, a questo punto non ci sto. Gli insegnanti devono educare e non ammaestrare....
Pensavo di poter cambiare la scuola ma mi sono accorta che prima bisogna cambiare la testa delle persone. Spesso mi chiedo perché, pur in presenza di alti profili professionali, le richieste degli alunni rimangono inevase. Forse gli interessi degli alunni non sono sempre in primo piano...? Ci sono mille risposte possibili ma io sto cercando ancora le mie...
Scusate lo sfogo, ma quello che vedo mi piace sempre di meno.... e non sono certo depressa....sono solo stanca ed avvilita.... Ma anche quando sarò riposata e gioiosa penserò esattamente le stesse cose che vi ho detto ora.

2 commenti:

Fermina Daza ha detto...

Sono consapevole, ed è giusto che lo dica in questa sede, che ci sono anche degli ottimi docenti che non puntano soltanto al conseguimento di un elevato profilo professionale.
Vi sono due bisogni fondamentali: quello di rispondere alle esigenze degli alunni e quello di rispondere alle esigenze di un apparato burocratico sempre più elefantiaco. Governare la conoscenza, questo il diktat che sembra emergere dalla lettura delle "carte". La conoscenza è certa solo se viene descritta, anzi, circoscritta.
Sempre più spesso mi chiedo se il sapere, la conoscenza e tutto quello che ci vogliamo aggiungere, possano essere davvero racchiusi nelle belle pagine formato pdf o word.
Gli standard di qualità, l'efficacia dell'azione, l'efficienza del sistema ... ma l'uomo, la persona, l'individuo, che c'entrano con tutto questo?
Forse, è solo una sensazione,scompaiono tra le righe, soffocati da standard e obiettivi.
Ripeto: sono consapevole che la scuola è piena di ottimi docenti che si formano per formare...

Serena Peterlin ha detto...

Concordo Fermina, anche io penso che ottimi docenti esistano e che il loro impegno, considerato l'insieme della situazione-scuola, sia tanto più apprezzabile.
Ottimi docenti esistono, e non sono in vetrina.