chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

mercoledì 31 agosto 2011

eBook - I miei Lucignoli


INTERPRETAZIONI DI SCUOLA E DIDATTICA

Rulfo, un mio lontanissimo alunno, scrisse in un tema “La scuola non dovrebbe essere materiale, ma sentimentale.” Concetto che, pur espresso con una certa primitiva ingenuità, è però ancor oggi vicino ai pensieri di molti ragazzi.
Le discussioni sulla scuola possono essere molto serie e pervase di intenzioni scientifiche. Ma io non mi sento scientifica.
Ciò che risponde alla ricerca di sentimento da parte dell'alunno Rulfo, che oggi ha una piccola galleria d'arte moderna, è in realtà la ricerca di un rapporto non fondato tanto sullo scambio di prestazioni io insegno- tu impari- io verifico, quanto invece su una interrelazione utile e corretta di interessi, di pensieri, di considerazioni critiche, di espressione di ciò che si pensa. In questa interrelazione troverà spazio anche la pratica didatticamente necessaria del io insegno- tu impari- io verifico.
Inoltre il confronto, tra studenti e insegnante non è necessariamente generatore di emozione: ma è una disposizione serena e razionale dell'anima al confronto stesso; da questa disposizione dell’anima le emozioni non sono escluse, ma l'insegnante deve controllarle e tenerle a freno con la ragione.
Altrimenti scatta in lui la ricerca della popolarità presso gli studenti, della
soddisfazione professionale, del gradimento, del successo scolastico e si rischia di non tener conto dei tempi e delle percezioni dei ragazzi.
Alcuni affermano che la didattica è trasmettere conoscenza. Il punto è, però: come?
Tutto è didattica a scuola: compreso come ti vesti, come entri dal portone, come cammini, come li saluti. Io mi imponevo di entrare in classe sempre in classe sorridendo (anche con l'emicrania, il collare per l'incidente stradale ecc) e di guardarli negli occhi.
E se non sorridevo, si preoccupavano. Che cià oggi pressorè? Non è che ce l'ha con noi, vero?
Ero solennemente arcigna solo in occasione di feroci rimproveri (che non sono mancati), ma non ho mai "chiuso" con nessuno. Tutto è didattica: anche il colore della matita per le correzioni, il modo di passare tra i loro banchi, il caffè mandato a prendere dall'alunno affidabile. E tuttavia ho certamente sbagliato molte cose ed è tardi per le giustificazioni.
Sono certa, però, che la scuola non mi ha reso peggiore. Anzi.
Per questo, la … rifarei e quando leggo le e mail che mi arrivano dei miei ex (di più vent’anni fa...) confermo le mie scelte e le mie idee.


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