chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

martedì 14 dicembre 2010

Natale e/è tempo per il bambini? di Mariaserena Peterlin


Natale, riflettere sul tempo dei bambini.

È anche troppo ovvio pensare al Natale come a un tempo dei bambini e a loro dedicato.
In realtà il tempo delle feste natalizie significa vacanze, quindi scuole chiuse e bambini e ragazzini a tempo pieno in giro per casa.
Gli scolari attendono con desiderio quel tempo che incombe, invece, su genitori come un allarme.
È vero, c’è il lavoro ma non sempre ci sono le ferie: questo è un dato oggettivo. Tuttavia  la spiegazione non sta tutta qui.
Molti adulti sono incapaci di gestire i periodi da condividere con i loro figli e si trovano a disagio nell’adeguarsi ai loro tempi; forse perché non ne capiscono la peculiarità.
Gli adulti vivono infatti in compulsiva sintonia coi loro impegni ed interessi e i figli sono un peso o una responsabilità, spesso gravosi, da distribuire, sistemare e collocare in vario modo nella loro vita e giorno per giorno.
Non di frequente vediamo genitori in grado di svolgere serenamente ed in modo naturale le azioni della vita quotidiana insieme ai figli.
Considerando che, per necessità, si dedica tanto tempo al lavoro ci si aspetterebbe che tutti attendessero il periodo di feste per stare insieme: invece non accade che raramente.
Non credo sia interessante affondare il discorso sciorinando esempi che sono sotto gli occhi di tutti.
Ma appare chiaramente che quasi nulla viene condiviso coi bambini, e soprattutto che il loro tempo non è rispettato.  Tutti dovremmo ricordarci il come eravamo da piccoli, mentre sembra che il nostro desiderio maggiore sia dimenticarcene per correre correre verso… ma verso che cosa?
Una sorta di legnosità cerebrale schematica davvero imbarazzante fatta di liste, di agende, di ossessiva organizzazione.
Una catena di s-montaggio sociale in cui le parole più spesso ripetute sono:
“È tardi! È tardi! Corri! Sbrigati! Quanto ci metti! Ti avevo avvertito!  E dai! Mi avevi promesso! È tardi. È tardi. È tardi!!”

Stormi di mamme e drappelli di padri in ansia. Anche a Natale,Capodanno e Befana.
Ma perché?
 


  






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