chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

lunedì 9 giugno 2008

Aborto: un conflitto tra persone, o tra una persona e una non persona?

Recentemente (www.pratico.splinder.com) ho detto di essere contraria all'aborto. Ovviamente non mi permetto di giudicare le persone. Ho espresso un'opinione sulla questione.
Mi è stato risposto che questa scelta è spesso dovuta alla necessità di preservare la salute psico-fisica della donna, e che si tratta di scegliere tra una persona e una "non persona". Diverso sarebbe nuocere a un neonato (vedi bambino nigeriano morto in seguito a circoncisione) che è senziente e cosciente ecc.
Su questo specifico aspetto ho riflettuto e dico che:
Un conflitto tra una persona (adulto?) e una non-persona (embrione?) è solo una allucinante ipotesi che non ha nessuna dimostrazione morale e fisica possibile.
Invece ha una sua evidenza all'interno di una dinamica sociale nella quale conta solo la logica del più forte.
Quanto al confronto tra embrione e neonato in termini di, attributi psico-fisici e personalità (senziente, cosciente, pensante, autocoscienza) chi l'afferma dimostra poca o nessuna esperienza in materia non solo della presenza di un embrione nel corpo materno, ma soprattutto della presenza di un neonato in una famiglia o nella vita di una madre.
Ma l'abortire non vuole dire soltanto abolizione di un embrione in quanto tale (e che è una presenza impercettibile), ma significa togliere di mezzo le conseguenze del suo sviluppo e quindi proprio le conseguenze che la presenza di un bambino avrebbe nella vita. Per cui le tesi che apparentemente sostengono le ragioni di una "madre" in realtà le negano un diritto. Quello di essere coscientemente felice della maternità, e quello di non adeguarsi a un modello sociale in cui la maternità è un ostacolo e una fatica.
Questa mi sembra propaganda, nuda e cruda, a favore di un modello sociale e culturale antiumanistico.

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