chi sono

Sono Maria Serena, ho insegnato letteratura italiana. Oggi scrivo e sono qui per riflettere, dialogare raccontare. I miei interessi sono rivolti alla comune condizione umana, anche quella raccontata dalla letteratura. Vorrei partecipare alla costruzione di un pensiero nuovo e diverso, fondato su radici antiche, che riconosca uguaglianza e giustizia a tutti.

martedì 12 gennaio 2021

Non tutta la Dad viene per nuocere

 

Se fossimo capaci di essere più sensibili e vicini alla situazione dei nostri giovani studenti delle Scuole Medie Superiori diremmo loro che questa dura ed inedita esperienza può essere comunque sostenuta e affrontata con dignità, diremmo loro di valorizzare l'anomalia (chiamiamola così per semplificare) della scuola in #Dad, e dovremmo sottolineare che non si tratta di una scuola di serie B o C, ma che dipende anche da loro, peraltro ragazzi solitamente smaniosi di dimostrare d'essere adulti, estrarre tutto il buono possibile dalle lezioni a distanza e dal lavoro dei loro insegnanti. D'altronde abituarsi a volgere al meglio le situazioni che la vita ci propone, anche quelle eventualmente avverse, negative, fastidiose è un'ottima pratica per vincere la tendenza a uno sterile vittimismo e che sarà utile per tutta la vita. (1) La Dad, infine, non è come essere sottoposti agli arresti domiciliari. Semmai è evasione dall'isolamento stesso.

Dovremmo ragionare con loro sul fatto che imparare a studiare in autonomia è imparare la libertà e che per la vita che li attende in futuro l'esercizio dell'autonomia è fondamentale.
Aggiungeremmo che la nostalgia che provano oggi per la scuola in presenza,

per la socialità con i compagni, per l'essere a contatto con gli insegnanti si trasformerà in entusiasmo e comunicazione ancora più intensa quando tutto questo, grazie al vaccino, finirà.

Il danno prodotto negativizzando la Dad lo fanno non solo i media televisivi, sovente incompetenti, e i giornali che speculano sulle nostre frustrazioni comuni e in particolare quelle di chi ha meno strumenti per reagire. Infatti un danno analogo deriva da tutti gli adulti, e quindi anche le famiglie che, forse per non avere strumenti di mediazione idonei, continuano a mostrarsi scontenti e ipercritici di quello che la scuola oggi offre ai ragazzi delle superiori.
Purtroppo nemmeno la Ministra in carica al Miur, che cita gli studenti chiamandoli "i miei ragazzi" dimostra apprezzamento per il lavoro che molti docenti progettano, realizzano e mettono in atto per la scuola.
(1) Su questa forma di risposta positiva e costruttiva a situazioni difficili o avverse si è espresso benissimo il professore Andreas Formiconi in suo intervento, che troviamo su youtube a proposito di spremere valore dai contesti online in La Scuolina: da scuola di prossimità a scuola online