Il papa si è dimesso e passerà alla storia. Il gesto
ha un impatto deflagrante e sgomenta, eppure mi raggiunge come un segno pacato.
Dunque ci si può staccare dal potere, anche quello
petrino così spesso discusso, che detiene, per i credenti, le chiavi del regno
dei cieli e ha effetti sia spirituali sia temporali. Il potere dunque non conta
più dell’uomo che può e deve naturalmente tornare alla sua cenere.
Il segno avvisa anche che il potere non è, non può essere
lo scopo della vita e che l’uomo non sempre basta a se stesso.
Come ha scritto Anna Lombroso esiste un’utopia
della giovinezza che ammalia tanti piccoli esseri; e insieme a quella forse
esiste anche un’utopia della sopravvivenza che attrae chi esorcizza, ingannando
innanzitutto se stesso, le logiche della biologia.
Il papa se ne va e sembra indicare, con una mano ora
fragile e che vuole tornare alle sue scritture vergate con la stilografica, che
invece la vita è anche biologia e
potremmo sottrarci alla moda dell’accanimento giovanilistico, antibiologico e
antinaturale.
Prima di cedere al tacito, ma vorrei dire tragico,
infinito andar del tempo, prima di permettere che un inevitabile e naturale
aggravamento della salute fisica infici la libertà di scegliere per sé
Benedetto si ferma e, ancora una volta liberamente sceglie, dichiara e descrive
pubblicamente come abbia agito in piena coscienza.
Ho pensato a mio padre: non sono riuscita a non
pensarci. Non capivo quando lui, vecchio e non più autonomo nel compiere quello
che la rigida, orribile burocrazia delle Asl chiama gli atti della vita quotidiana, mi diceva “vorrei morire, che Dio
mi chiamasse, la mia vita l’ho vissuta, cosa ci faccio qui?”. E noi a dirgli ma
come, sei in casa tua, ti vogliamo bene, devi vivere per mamma. E tante belle
parole che non spostavano di un millimetro né lui dalla sua sedia a rotelle né
la sua consapevole ed inerme vecchiaia.
Si può avere un animo diverso, si può vivere la vecchiaia in modo accettabile, ma quando le medicine sono il ritmo della tua vita, quando la chimica determina i tuoi stati d’animo, quando l’accanimento affettuoso dei famigliari ti trattiene oltre la sopportabilità, allora è difficile accettare di comportarsi come se il peso fosse equamente distribuito su tutti.
Si può avere un animo diverso, si può vivere la vecchiaia in modo accettabile, ma quando le medicine sono il ritmo della tua vita, quando la chimica determina i tuoi stati d’animo, quando l’accanimento affettuoso dei famigliari ti trattiene oltre la sopportabilità, allora è difficile accettare di comportarsi come se il peso fosse equamente distribuito su tutti.
La differenza tra un anziano sconosciuto, amato nel
privato della sua casa e tuttavia isolato dai suoi mali, e un vecchio papa che
sente consapevolmente diminuire il suo vigore di giorno in giorno, ma che è chiamato
alle responsabilità del magistero petrino, non è infinita ma è molto grande e
consiste anche nel dover fare i conti con un apparato certamente non mite e
che, anche per chi non voglia giudicare, è immaginabile intriso di complesse e
ardue dinamiche di competizioni e divisioni.
Recentemente il papa ha pronunciato parole
significative durante una visita
agli anziani “il bisogno di aiuto è una condizione dell’anziano”. Una condizione, non un periodo breve o passeggero. La Chiesa può
essere retta da un timoniere affaticato e non più vigoroso e che ha bisogno di
aiuto per se stesso?
Benedetto se ne va e torna ai suoi studi e ai suoi
scritti, lascia segnali e messaggi che possiamo interpretare in tanti modi, ma
anche in semplicità ed accettando le sue parole.
Le dimissioni del papa non sono più una notizia,
sono un avvenimento dopo il quale io penso che nulla, almeno per chi si sente
credente, dovrebbe essere più come prima.
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5 Quand'ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse:
«Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di
nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai
che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di
Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli
dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli
rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in
verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi
dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti
cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale
morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».
(Giovanni)